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In giro per mercatini del Trentino Alto Adige

In giro per i mercatini del Trentino Alto Adige

Ci sono posti dove non ci si stanca mai di tornare e il Trentino Alto Adige, per me, è uno di questi. In estate è la meta preferita delle mie vacanze e, malgrado i mille km e passa che mi tocca affrontare per arrivarci, ogni volta mi ripeto che ne vale la pena.

Gli scenari che si aprono ai miei occhi appena lasciato il Veneto sono così straordinari che subito mi scrollo di dosso la fatica del viaggio. Le montagne, i boschi, i sentieri, i laghi e i fiumi, con la loro insuperabile maestosità e bellezza e la loro sincera promessa di svago e relax, sembrano essere lì solo per accogliermi e risarcirmi di tutti i rospi ingoiati durante un anno intero. Poi, dopo che la tanto sospirata settimana è volata, al momento di intraprendere il viaggio di ritorno, con ancora la bellezza di quei luoghi negli occhi e un po’ di tristezza nel cuore, mi lascio sfuggire la solita frase: “E mò…aspitte n’alt’anne!”.
Ebbene, questa volta non ho dovuto aspettare un altro lungo anno. Grazie alla gita organizzata dall’UTE per visitare i mercatini di Natale, il giorno dell’Immacolata ero di nuovo da quelle parti, curiosa di vedere la mia regione preferita sotto una luce diversa, quella proiettata dall’inverno incipiente.
Infatti, era la prima volta che mi capitava di essere lì in un periodo dell’anno diverso dall’estate.
Il giro per i mercatini è stata per tutti un’ottima occasione per immergersi nella suggestiva atmosfera natalizia, partendo da quelli di Bolzano e di Merano, passando attraverso quelli di Innsbruck e Trento, per concludere poi in bellezza con quello – magico! – di Bressanone.

Questa tradizione ha origine dai vicini mercatini di Natale in Germania e si concretizza, nel periodo dell’Avvento, nell’allestimento – nelle piazze e nelle vie delle principali località – di bancarelle e casette in legno, dove fanno bella mostra i prodotti dell’artigianato locale. Nell’aria aleggiano i profumi delle più svariate delizie, sia dolci che salate, di fronte alle quali anche i turisti dotati della più ferrea volontà non possono restare indifferenti. E che dire del vin brulé e del succo di mela bollente? Meravigliose bevande, create per infondere nuova linfa in chi, dopo aver a lungo passeggiato fra le bancarelle con temperature a cui non è abituato, si sente prossimo all’assideramento. Inoltre, il camminare spensierati fra una casetta   decorata a festa e una bancarella da cui provengono le note melodiose di un carillon permette ai visitatori di calarsi appieno nel magico clima del Natale, fatto di profumi, luci, colori, canti e promesse di pace e serenità.

Di certo, però, non si affrontano oltre 1100 km di strada soltanto per andare ad assaggiare le pur invitanti e gustose  specialità gastronomiche della regione né per scegliere i regali di Natale fra i mille oggetti e decori proposti dall’artigianato altoatesino.
Come per ogni gita dell’UTE che si rispetti, anche per questa il programma prevedeva non solo visite guidate in alcune fra le più belle città del Trentino Alto Adige ma anche una giornata intera ad Innsbruck, in Austria. E così, bardati di tutto punto per contrastare il freddo intenso ma secco e piacevole, i componenti dell’allegra comitiva si sono subito immersi nel clima particolare di Bolzano, Merano, Trento e Bressanone, città che, pur essendo italiane, tradiscono tutte – chi più, chi meno – l’antica appartenenza all’Impero Austro-Ungarico. L’architettura civile, ad esempio, richiama molto lo stile austriaco-bavarese, sia nei palazzi nobiliari sia nei suggestivi masi. Per le strade le insegne e le indicazioni stradali, oltre che in italiano, sono scritte anche in tedesco. Molti dei cittadini ai quali ci si rivolge per ottenere un’informazione hanno una spiccata inflessione tedesca. In breve: sei ancora in Italia ed hai l’impressione di essere già in Austria. Così, nel varcare il confine austriaco, in direzione Innsbruck, viene da pensare che esiste innegabilmente una sorta di filo conduttore che né la Storia né i confini geografici sono riusciti a spezzare. E durante la passeggiata nel delizioso capoluogo del Tirolo, che deve il nome al fiume Inn che l’attraversa, innumerevoli sono state le bellezze artistiche da ammirare. Fra tutti citerò solo il Tettuccio d’oro in quanto simbolo della città. Si tratta del balcone del palazzo residenziale di Massimiliano I, così denominato perché contraddistinto da un tetto coperto da tegole di rame dorato, sulle quali i raggi del sole proiettano una luce scintillante.

Infine, la domenica, sulla strada del ritorno, sosta a Modena. Breve sosta, per la verità, sia perché il viaggio verso casa era lungo, sia perché la cappa di nebbia e umidità che incombeva sulla città ci ha fatto subito   rimpiangere le splendide giornate di sole trascorse in montagna e – nel contempo – desiderare di ritrovare quanto prima il clima decisamente più secco di Santeramo. Nelle allegre ore trascorse in pullman, tra una barzelletta e un aneddoto legato alla gita che volgeva al termine, nel coro unanime di impressioni positive c’è stato qualcuno che ha fatto notare come sarebbe stato ancora più bello, a coronamento di quei quattro giorni trascorsi in un’atmosfera quasi fiabesca, se in montagna avessimo trovato un po’ di neve. Non poteva certo sapere, lo sciagurato, che di lì a qualche settimana la neve l’avrebbe avuta e a domicilio, fino alla nausea! Ma questa è un’altra storia che non ho alcuna intenzione di raccontare.

                                                                                                                                  Mariella Stano

 


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